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Castello di Valeggio sul Mincio

L'abitato di Valeggio sul Mincio è dominato dal castello, ubicato sul monte Ogheri, in condizione di dominare, oltre al corso del Mincio, anche le ultime propaggini dell'anfiteatro morenico del Garda, laddove iniziano le aree vallive del Mantovano e del Veronese. Il fortilizio, testata occidentale del confine col Mantovano difesa dal Serraglio, si sviluppava su un impianto pressoché rettangolare articolato in tre nuclei: la piazza d'armi che si concludeva a sud contro la cinta del Serraglio, la corte d'armi posta al centro protetta verso il paese da un rivellino, e la corte residenziale con il mastio a settentrione. Dell'intero complesso, che mantiene inalterata la suggestiva imponenza delle fortificazioni medioevali, rimangono oggi alcuni brevi tratti delle cortine murarie, tre torri angolari e il mastio.

La parte visitabile, corrispondente alla corte residenziale con il mastio, era originariamente chiamata la rocca e a essa si accedeva tramite due ponti levatoi. Un terzo ponte levatoio immetteva invece nella parte più ampia del complesso, la piazza d'armi, chiamata castello, di cui rimangono solo i ruderi delle mura perimetrali e l'intera area interna è oggi occupata da una villa privata eretta all'inizio del XX secolo. Una volta entrati nella rocca è possibile ammirare l'antica "torre tonda", con impianto a ferro di cavallo, alta circa 15 metri, caratterizzata da un basamento a scarpa, a lato dalle aperture archivoltate del camminamento di ronda e da merlature profondamente sbrecciate. Nella zona meridionale si erge invece l'imponente mastio, caratterizzato da una dritta canna quadrata e da un ampio apparato a sporgere sorretto da triplice serie di beccatelli e coronato da una merlatura a coda di rondine. Dietro di questo si erge una cortina muraria, alta una decina di metri, che termina agli estremi con due torri scudate d'angolo. Essa è provvista di camminamento sommitale, cui si accede da un'apertura in quota posta sul mastio, che in origine fungeva da ingresso alla torre. Le torri angolari sono coronate da una merlatura a coda di rondine e nella cortina muraria si apre un portale che conduce al cortile centrale del complesso, a pianta rettangolare, circondato a est, sud e ovest da bassi muri con merlatura a schiena d'asino. A sud di tale spazio si allunga un'ampia area verde delimitata sui lati da un muro ampiamente sbrecciato, che in passato delimitava la piazza d'armi. L'ingresso al parco è posto a nord-est, a ridosso del muro orientale del cortile centrale ed è ricavato nei resti dell'antico rivellino di accesso al complesso fortificato.
Il primo insediamento fortificato risale al X secolo e divenne ben presto oggetto delle contese tra mantovani e veronesi. Si ha notizia che con il terremoto del 1117 il complesso fu gravemente danneggiato; rimase solamente la cosiddetta "torre tonda" dall'impianto a ferro di cavallo. Nel 1277 il complesso fu dato in custodia dal comune di Verona ad Alberto della Scala, che nel 1284 lo rafforzò dotandolo di un fossato. Probabilmente l'impianto di Alberto, che inglobò anche le preesistenze, si limitò al solo recinto del castello. Ulteriori adeguamenti funzionali furono eseguiti sotto Mastino II, in particolare fu aggiunta la piazza d'armi, cioè l'ampio cortile meridionale che permetteva di unire le mura del castello a quelle del Serraglio scaligero, il lungo muro di difesa che proteggeva il territorio veronese da Villafranca a Borghetto. Al periodo di Cangrande II, si attribuisce invece una nuova ridefinizione funzionale, con l'adozione della corte centrale e la costruzione del rivellino con porta a saracinesca e battiponte, oltre al sopralzo del mastio. Il castello venne così ad articolarsi in tre distinti recinti: la piazza d'armi, che occupava lo spazio maggiore, una seconda corte intermedia di dimensioni minori, che fungeva da disimpegno del castello e da accesso protetto da un rivellino, e un terzo recinto settentrionale, comandato al mastio e provvisto di una porta di soccorso. Nel 1387 gli Scaligeri persero Verona e il territorio veronese; il castello di Valeggio divenne quindi visconteo, per ritornare scaligero nel 1404. Nel 1405, essendosi Verona data spontaneamente a Venezia, il castello passò alla Repubblica di Venezia e nel 1438 tornò sotto il dominio di Francesco Sforza. Agli inizi del XVI secolo, tornato Valeggio a far parte della Repubblica di Venezia, il castello fu dato in custodia a Bartolomeo d'Aviano e nel 1512 a un provveditore della torre di Valeggio. Alla sua morte gli abitanti del luogo chiesero, a mezzo del marchese Guarienti, che castello e ponte visconteo potessero servire da rifugio per la popolazione in caso di pericolo. La richiesta fu accolta con decreto ducale del 1595. Nel XVIII secolo il castello fu coinvolto nei fatti d'arme delle campagne napoleoniche, subendo pesanti menomazioni proseguite con le successive campagne risorgimentali. Agli inizi del XX secolo la piazza d'armi fu occupata da una villa e dal relativo giardino. Nei primi anni Novanta del secolo scorso il complesso fu oggetto di un ampio e lungo intervento di restauro.

Comune: Valeggio sul Mincio (VR) | | Localizza sulla mappa
Castello di Valeggio sul Mincio, particolare della torre a ferro di cavallo
Castello di Valeggio sul Mincio, particolare della torre a ferro di cavallo
Castello di Valeggio sul Mincio, torre a ferro di cavallo, particolare del camminamento sommitale
Castello di Valeggio sul Mincio, torre a ferro di cavallo, particolare del camminamento sommitale
Castello di Valeggio sul Mincio, particolare della torre a ferro di cavallo
Castello di Valeggio sul Mincio, particolare della torre a ferro di cavallo
Castello di Valeggio sul Mincio, veduta della corte residenziale
Castello di Valeggio sul Mincio, veduta della corte residenziale
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