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Cippo ai martiri di Belfiore

Quando nel 1866 i capomastri Pacifico e Pietro Andreani, impegnati in alcuni lavori di scavo alla lunetta di Belfiore, rinvennero le spoglie dei "martiri" qui giustiziati e sepolti tra il 1851 e il 1855, parve ovvio e doveroso proporre in quel luogo l'erezione di un monumento che potesse tramandare ai posteri il sacrificio dei patrioti italiani.

Trattandosi però di una porzione di terreno soggetta a servitù militare il progetto si scontrò col parere delle competenti autorità militari che non potendo garantire la salvaguardia del monumento in caso di eventi bellici, espressero parere negativo. Una volta deciso di collocare il monumento in piazza Sordello, per ricordare anche dove si erano svolti i tragici fatti, sul luogo del ritrovamento delle spoglie fu disposto di collocare un tumulo marmoreo sempre ad opera dello scultore Pasquale Miglioretti. Quando il 7 dicembre 1872 un lungo corteo di popolo e autorità mosse dal cimitero degli Angeli, dove avevano trovato temporanea custodia le spoglie dei patrioti, per proseguire verso piazza Sordello per l'inaugurazione del monumento, durante una sosta in questo luogo furono deposte corone e ghirlande.
Già nel 1898 il sindaco di Mantova rimproverava quello di Curtatone per lo stato di degrado e abbandono in cui l'opera versava. Questioni di competenze fra comuni ritardarono però qualsiasi intervento fino al 1908, quando, sul quotidiano la "Provincia di Brescia", furono pubblicate, sottoscritte dal Museo del Risorgimento bresciano, pesanti denunce che determinarono l'affidamento di un progetto di sistemazione all'architetto torinese Giuseppe Roda. Presentato nel 1909, il progetto, considerata la limitata altezza del cippo, definiva fondamentale la realizzazione di una scena a orizzonte in cui il piccolo monumento potesse essere l'elemento principale. La località fu delimitata da piantagioni in modo da formare lo sfondo e limitare la visuale, e furono modificati i livelli del terreno al quale fu conferito un disegno che con l'ausilio di leggi prospettiche potesse allontanare nella composizione il monumento in modo "che la sua limitata altezza figuri derivare dalla lontananza".
Nel 1930, con lo smantellamento del monumento di piazza Sordello, marmi e parti dell'opera del Miglioretti che non potevano trovare una giusta collocazione furono interrati nel giardino antistante il cippo. Nel 1952 in occasione del Centenario, con la visita del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, una grande iniziativa giovanile si tenne presso l'ara nella valletta di Belfiore, alla quale negli stessi anni un concorso nazionale di architettura conferiva l'assetto e la sistemazione che ancora oggi la caratterizzano. Il 6 dicembre 2011 un altro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fece omaggio a questo luogo ricordando il sacrificio di chi vi fu immolato per i propri ideali patriottici.

Cippo ai martiri di Belfiore
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