Parco del Mincio
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Nei pressi di Rivalta

In prossimità di Rivalta il Mincio si allarga a formare un'ampia zona valliva: il corso del fiume si divide in più tronchi, tracciando tra i canneti una fitta rete di canali che si allargano a volte in ampi specchi d'acqua o in piccoli chiari. La rete di canali è complicata da numerosissimi altri fossi tracciati dalla gente della valle per accedere alle zone di raccolta delle canne o ai vecchi giochi di caccia. E' questo il tratto di fiume che presenta le caratteristiche floristiche e vegetazionali più ricche ed interessanti: fin dal 1984 tutta la zona umida, che dalle Casazze giunge fino agli Angeli, è stata dichiarata dalla Regione Lombardia riserva naturale col nome di "Riserva Naturale Valli del Mincio".
Sugli specchi d'acqua si adagiano le foglie galleggianti della Ninfea bianca (Nymphaea alba), del Nannufero o Ninfea gialla (Nuphar lutea) e della Castagna d'acqua (Trapa natans). Nel secolo scorso è stato introdotto il Fior di loto (Nelumbo nucifera), una splendida pianta esotica che da allora ha continuato a crescere fino a farsi infestante. Tutte queste specie tendono a formare popolazioni pure. Tra le loro foglie si inseriscono minuscole piante natanti come le Lenti d'acqua (Lemna minor, Lemna gibba, Spirodela polyrrhiza) e due piccole felci acquatiche, l'Erba pesce (Salvinia natans) e l'Azolla (Azolla caroliniana).
Altre specie caratteristiche delle acque stagnanti sono il Morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae) e la Ninfoide o Limnantemio (Nymphoides peltata). Una volta era comune anche la Scargia (Stratiotes aloides) che occupava qui e nelle vicine Valli veronesi la stazione più meridionale del suo areale. Bonifiche ed inquinamenti l'hanno portata alla quasi totale scomparsa; ne restano alcuni esemplari in uno dei fossi minori.
Nei canali dove l'acqua scorre più velocemente, in particolare in quelli che si immettono in sinistra Mincio, tra Rivalta e Mantova, con acque più limpide e fredde, possiamo vedere fluttuare sul fondo i fusti flessibili di alcune piante ben specializzate: la Vallisneria (Vallisneria spiralis), i Millefoglio d'acqua (Myriophyllum spicatum e Myriophyllum verticillatum), la Brasca a foglie sottili, (Potamogeton trichoides), l'Erba gamberaia (Callitriche stagnalis). In queste acque anche il Nannufero (Nuphar lutea) vive completamente sommerso.
Dove le acque fluiscono lentamente, più spesso nelle acque ferme, le praterie di fondo sono formate dal Ceratofillo (Ceratophyllum demersum) e più raramente dalla Ranocchina maggiore (Najas marina), dall'Erba vescica (Utricularia vulgaris), dall'Erba scopina (Hottonia palustris).
Al margine delle acque, contro i canneti, che sono la parte maggiore delle Valli del Mincio, vegetano moltissime piante palustri: crescono con le radici sotto il pelo dell'acqua, ma anche più in alto, su suoli sempre inzuppati d'acqua, e con i loro fiori colorati vivacizzano un ambiente, quello dei canneti, altrimenti monotono e uniforme. Tra le specie più vistose sono da annoverare l'Ibisco palustre (Hibiscus palustris), l'Iris palustre (Iris pseudacorus), la Forbicina pendente (Bidens cernua), il Garofanino d'acqua (Epilobium hirsutum), l'Altea o Bismalva (Althaea officinalis), la Canapa d'acqua (Eupatorium cannabinum), la Menta acquatica (Mentha aquatica), la Veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica), il Nontiscordardimè (Myosotis scorpioides), il Crescione di Chiana (Rorippa amphibia), il Crescione d'acqua (Nasturtium officinale). altre piante non hanno fiori vistosi ma col verde tenue delle loro foglie spiccano sul verde scuro dei canneti, in particolare il Tabacco d'acqua (Rumex hydrolapathum) e la Felce palustre (Thelypteris palustris). Sono sempre presenti in questa fascia, tra acqua e terra, le carici cespitose quali la Carice pannocchiata (Carex paniculata) e il Falso cipero (Carex pseudo-cyperus).
Qua e là possiamo trovare anche popolazioni pure di Tifa (Typha latifolia e Typha angustifolia), ma nelle Valli del Mincio non sono né molto numerose né molto estese. Crescono in genere davanti alle Canne palustri, in acque più profonde.
Le Canne si affollano soprattutto contro la riva terrazzata in destra Mincio e nella parte centrale della zona umida: in riva sinistra, dove il suolo si innalza più gradualmente, il canneto viene via via sostituito da estese praterie di Carici. Queste praterie costituiscono uno stadio di interramento successivo a quello del canneto; le Carici vanno infatti a colonizzare le depressioni esistenti tra i canneti ed i terreni coltivati che si trovano ai margini della zona umida.
Il cariceto vegeta su suoli umidi, spesso inondati, ma soggetti anche a lunghi periodi di asciutta. Anche queste formazioni vegetali non sono del tutto spontanee: l'uomo, con i suoi sfalci regolari, ha notevolmente contribuito a determinare la loro composizione floristica. Ed ha influito ancora sulla loro composizione regolando i periodi di sommersione e quelli di asciutta.
La specie più caratteristica di queste praterie igrofile è la Carice stretta (Carex elata). Essa forma nelle praterie dei cuscinetti elevati che lasciano tra loro infiniti canaletti dove l'acqua ristagna a lungo. In questi canaletti si inseriscono molte altre specie igrofile, Carici soprattutto, ma anche erbe dai fiori vivacissimi.
Molte di queste erbe sono rare o in via di estinzione: fioriscono qui la Genziana di palude (Gentiana pneumonanthe), il Ranuncolo dei canneti (Ranunculus lingua), il Senecio palustre (Senecio paludosus), l'Erioforo (Eriophorum latifolium), la Perlina rossa (Odontites rubra), la Soldinella (Hydrocotyle vulgaris), la Pedicolare palustre (Pedicularis palustris), l'Orchidea incarnata (Orchis incarnata), l'Orchidea spiralata estiva (Spiranthes aestivalis), l'Aglio palustre (Allium angulosum), l'Aglio odoroso (Allium suaveolens), il Grespino di palude (Sonchus palustris). Sono rarissimi anche la Rincospora (Rynchospora alba) e il Giuncastrello (Triglochin palustre), che non hanno fiori vistosi.
Moltissime altre specie non sono rare ma concorrono con la loro presenza a dare una impronta precisa ai pochi cariceti ancora presenti.Nota Tra tutte possiamo citare il Pigamo (Thalictrum flavum e Thalictrum exaltatum), l'Imperatoria (Peucedanum palustre), la Menta acquatica (Mentha aquatica), la Tormentilla (Potentilla erecta), la Ginestra dei tintori (Genista tinctoria), la Salcerella (Lythrum salicaria), la Serretta (Serratula tinctoria), il Cardo di palude (Cirsium palustre) ed alcuni Giunchi (Schoenus nigricans, Juncus articulatus, Juncus subnodulosus).

(foto di Archivio Parco Mincio)

(foto di Archivio Parco Mincio)

(foto di Archivio Parco Mincio)
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