Cavriana, in provincia di Mantova, nel passato uno dei luoghi di villeggiatura preferiti dai Gonzaga, sorge su una delle colline meridionali dell'anfiteatro morenico del Garda. Della cerchia che un tempo cingeva l'abitato restano oggi solo alcuni frammenti: tratti delle mura difensive, la porta a nord-ovest ("un vero e proprio androne, iniziato e concluso da un arco acuto e un soffitto a cassettoni in legno"), assieme ai resti della rocca e a una delle sue torri d'avvistamento, ricostruita nel corso del XVII secolo e destinata a torre campanaria.
Le prime testimonianze scritte dell'esistenza del borgo risalgono agli inizi del X secolo, in particolare nel 905 Cavriana è citata nell'inventario dei beni del monastero di Santa Giulia di Brescia. Il paese è poi citato nel 1045 in un diploma imperiale di Enrico II che conferma il possesso della corte di Cavriana al vescovo di Mantova. La prima fase di fortificazione sembra risalire all'XI secolo, durante la dominazione dei Canossa. In epoca comunale Cavriana fu concessa dal comune di Mantova alla famiglia Riva, bandita da Mantova, e le furono attribuite funzioni difensive per contrastare la minaccia rappresentata dalla crescente potenza di Verona. Intorno al 1270 il dominio sul paese fu assunto dai Bonacolsi, fino a che non furono sconfitti a loro volta dai Gonzaga. Definitivamente assegnata ai Gonzaga, Cavriana fu compresa nel sistema difensivo organizzato da Mantova contro la pressante minaccia viscontea, costituito da un sistema di torri d'avvistamento poste in comunicazione tra loro che permetteva di far giungere alla città in breve tempo messaggi di eventuali pericoli incombenti. Si provvide pertanto alla costruzione di un alto giro di mura difensive attorno al castello, al cui interno si trovava il borgo e in posizione sopraelevata la rocca, che dai documenti dell'epoca risultava dotata di quattro torri angolari d'avvistamento. Per lungo tempo teatro di scontri tra i Gonzaga e i Visconti, nel 1441 qui fu siglata la pace con Filippo Maria Visconti da parte della lega tra veneti, fiorentini, genovesi e ambasciatori del Papa. Il periodo più glorioso della storia del castello di Cavriana fu però quello legato ai lavori di ristrutturazione e trasformazione in una vera e propria reggia, prima sotto il dominio del capitano Francesco Gonzaga, che vi aveva anche soggiornato nell'agosto 1383 per sfuggire la peste scoppiata in città, poi durante il marchesato di Ludovico II Gonzaga. Nei primi decenni della seconda metà del XV secolo, in particolare, la rocca di Cavriana assieme a quella di Goito, fu oggetto di una serie d'interventi di riqualificazione architettonica, pittorica e decorativa di grande rilievo, che comportò un rinnovo e un radicale riassetto della struttura, finalizzato a soddisfare esigenze più specificatamente residenziali, funzionali alla rappresentanza e al soggiorno della corte gonzaghesca. I massicci interventi per il rinnovo della rocca, iniziati nel 1458 e svoltisi in buona parte dal 1460 al 1462, furono interamente diretti dall'ingegnere Giovanni da Padova, figura eminentissima, legata per tutta la metà del XV secolo a numerosi interventi sul territorio. Un altro protagonista fu Luca Fancelli le cui prestazioni furono però abbastanza sporadiche, discontinue e per lo più limitate ai singoli elementi architettonici. Per gli interventi pittorico - decorativi partecipò anche Andrea Mantegna, contribuendo a fornire i disegni per il pittore Samuele da Tradate. Seguì un periodo di grande splendore e agli inizi del XVII secolo il castello di Cavriana risultava il più importante dello Stato. Uno splendore destinato però ad avere breve durata; durante la prima metà dello stesso secolo, infatti, il castello fu preso d'assedio, occupato e in parte demolito, il paese fu colpito dalla peste e la popolazione decimata. Nel 1650 il castello era ormai considerato caduto e all'inizio del XVIII secolo con l'annessione del Mantovano all'impero asburgico, ormai in rovina, fu escluso dai progetti di ricostruzione dei sistemi difensivi stabiliti dopo il trattato di Utrecht del 1713. Al 1749 risale una parziale ristrutturazione della loggia e al 1775 l'ordine, da parte del governo austriaco, dell'abbattimento della rocca in seguito ad un fallito tentativo di vendita della stessa.