Il forte Arditeti sorge tra i territori di Peschiera del Garda e Ponti sul Mincio ed è uno dei 16 forti che costituirono il campo trincerato, realizzato dal genio militare asburgico, a potenziamento e difesa della fortezza di Peschiera, assieme a Mantova, Legnago e Verona parte del sistema difensivo del Quadrilatero. Il forte, in buono stato di conservazione, presenta elementi che manifestano una corrispondenza ai modelli teorici elaborati dagli ingegneri militari della scuola austriaca: un impianto poligonale a ottagono simmetrico, adattato alle caratteristiche del terreno, con fronte di gola rientrante a tenaglia di 100 gradi. Al suo interno si sviluppa l'imponente ridotto circolare, con cortile interno, sviluppato su due livelli voltati e con copertura a coppi.
La parte di ridotto che sporgeva sul fronte di gola, planimetricamente sfalsata, svolgeva la funzione di caponiera. Le opere in terra sono ancora protette dal fossato secco con muro staccato "alla Carnot", dotato di feritoie e di tre caponiere: una sulla capitale e due sugli angoli di spalla. I rampari mostrano una complessa modellatura con molte traverse in terra e postazioni di artiglieria in barbetta. La controscarpa è priva di rivestimento murario e nello spigolo sinistro del fronte di gola è presente un organo complementare di fiancheggiamento, casamattato, coperto dal terrapieno, ideato per battere più efficacemente la valle del Mincio.
La realizzazione di questo forte risale agli anni Cinquanta del XIX secolo. Solo dopo gli avvenimenti del 1848, infatti, Vienna aveva compreso le effettive potenzialità del Quadrilatero la cui efficacia si sarebbe tuttavia dovuta conseguire attraverso un aggiornamento delle piazzeforti con moderni campi trincerati. Il piano di adeguamento elaborato per Peschiera, approvato il 14 febbraio 1849, prefigurava un assetto a campo trincerato esteso sulle opposte rive del Mincio. Tra il 1851 e il 1853 raggiunsero la loro fisionomia pressoché definitiva i forti Cappuccini, Papa, Laghetto, Saladini e Badoara. Durante i lavori d'esecuzione apparve però evidente come il progetto dovesse essere semplificato e reso geometricamente più chiaro. I nuovi progetti elaborati nel 1852 dalla direzione del genio di Peschiera non furono però giudicati idonei. Nel 1853 la direzione del genio di Vienna, allora diretta dal colonnello Michael von Maly, considerato uno dei maggiori esperti di architettura militare della monarchia, intervenne direttamente. In particolare al forte Ardietti si attribuiva la peculiare funzione tattica di chiusura del campo trincerato nel settore meridionale, interrotto dalla valle fluviale del Mincio. Esso doveva costituire il cardine fortificatorio della piazzaforte. Lo studio dei nuovi progetti divenne quindi l'occasione per la messa a punto di un'opera staccata di grandi dimensioni, capace di una superiore resistenza autonoma. Il modello poteva essere applicato anche ad altre piazzeforti asburgiche ed ebbe successivi apprezzamenti nel famoso trattato di Andreas Tunkler. La costruzione di forte Ardietti ebbe inizio tra il 1856 e il 1857; i lavori furono però interrotti dalla campagna di guerra del 1859. Si poté completare, oltre alle opere in terra solo il muro "alla Carnot" con le caponiere e i due tronconi del fronte di gola. I lavori ripresero nel 1860 e furono portati a termine l'anno successivo con la realizzazione del grande ridotto. Il forte oggi perfettamente conservato rimane, con i suoi caratteri e le sue forme, a documentare la perizia e la tecnica costruttiva degli ingegneri militari asburgici.