Peschiera, uno dei paesi più caratteristici del lago di Garda, si affaccia sulla bassa sponda veronese nel punto in cui le acque del Garda confluiscono nell'emissario Mincio. Il centro storico sorge su una serie di isole cinte da cortine murarie bastionate che definiscono la cosiddetta Cittadella, fortezza dall'impianto pentagonale con cinque possenti bastioni a scarpa, lambita da un fossato di difesa, oltre il quale si sviluppa la controscarpa di terra a pendenza naturale. L'accesso avviene a sud-ovest attraverso Porta Brescia e a nord-est attraverso la sanmicheliana Porta Verona (o Porta Quirina), entrambe collegate alla terraferma attraverso ponti. All'interno particolare interesse rivestono i complessi delle caserme e strutture militari realizzate in epoca austriaca, cui si contrappone l'antico borgo di epoca veneziana.
La Cittadella fu realizzata a cavallo della metà del XVI secolo, inglobando il castello di epoca altomedioevale, sorto su un precedente tracciato romano. Ampliato durante l'invasione degli Ungari, questo primo fortilizio fu proprietà di Ezzelino da Romano e successivamente passò alla signoria scaligera che, con Mastino I e Cangrande della Scala, promosse importanti lavori di ampliamento e potenziamento di questo nodo strategico, fondamentale per lo sbarramento del Mincio. A metà del XVI secolo, per potenziare ulteriormente questo importante caposaldo territoriale, la Repubblica di Venezia affidò a Guidobaldo II della Rovere, duca d'Urbino, il compito di progettare una fortezza di moderna concezione. La nuova cinta bastionata seguì e ampliò il tracciato di quella antica, con struttura pentagonale provvista di cinque baluardi, uno dei quali avrebbe incluso il castello scaligero. All'inizio del XVII secolo la struttura subì alcuni aggiornamenti con l'aggiunta di opere esterne in terra. Le vicende belliche e l'uso delle armi da fuoco misero però a dura prova la Cittadella tanto che nel 1674 si dovettero compiere nuove e urgenti opere di consolidamento. La Cittadella di Peschiera subì ulteriori danni sia all'inizio del XVIII secolo, in occasione della guerra di successione spagnola, sia tra il 1740 e il 1748 ai tempi della guerra di successione austriaca. Nel 1796 le truppe francesi di Napoleone vi stabilirono il loro quartier generale e in seguito alla pace di Campoformio Peschiera entrò a far parte della Repubblica Cisalpina. Nel 1801 Napoleone conferì al generale Chasseloup-Laubat l'incarico di redigere un piano per il potenziamento della fortezza: di quanto progettato furono tracciate e in parte realizzate solo le opere staccate Salvi (vecchio) e Mandella. Nel 1814 Peschiera passò all'impero asburgico che, potenziate le forze di presidio, riorganizzò le infrastrutture a logistiche: furono, infatti, realizzati la prima grande caserma di fanteria, intitolata all'imperatore Francesco I, lo stabilimento della provianda e le polveriere per il tempo di guerra nel bastione Tognon. Fu inoltre restaurato l'antico complesso della rocca, destinato in parte a caserma e deposito dell'artiglieria e in parte a convalescenziario. Il genio militare si occupò anche della realizzazione della nuova chiesa della piazzaforte, eretta al posto di quella quattrocentesca, in piazza della rocca. Tra gli anni Venti e Trenta difficoltà di ordine economico fecero rallentare i progetti di difesa nel Lombardo - Veneto: furono eseguiti solo interventi di parziale rafforzamento del costruito. Per Peschiera si ricordano, in particolare, gli interventi di riassetto ai terrapieni della cinta magistrale cinquecentesca. Al nucleo bastionato era, infatti, ancora attribuita la primaria funzione difensiva, oltre che la maggior capacità di resistenza. Dopo il 1848 la definizione del Quadrilatero portò al potenziamento e all'organizzazione delle fortezze di Peschiera, Mantova, Verona e Legnago secondo la più aggiornata concezione del campo trincerato. Tra il 1849 e il 1866 attorno alla Cittadella di Peschiera si andò, infatti, a costruire un efficiente campo trincerato a forti staccati, che sottrasse al nucleo urbano fortificato i compiti direttamente difensivi e che nel suo assetto definitivo raggiunse un perimetro totale di circa 7 chilometri, con opere fortificatorie poste a una distanza variabile tra i 750 e i 2500 metri circa dalla magistrale della Cittadella. La costruzione dei primi forti richiese il contemporaneo accrescimento delle capacità logistiche del corpo di piazza, che avrebbe dovuto accogliere 3000 soldati. In particolare fu ripreso il progetto, elaborato nel 1821, del quartiere militare posto a sinistra del canale di Mezzo. Nel 1856 i lavori erano pressoché compiuti e integrati da un parco, caratterizzato da parterres erbosi e viali alberati. Dopo il 1859, con la perdita di buona parte della Lombardia, ceduta al Regno di Sardegna, il lago di Garda riacquistò l'antica fisionomia geografica di barriera fra due domini politici avversi e a Peschiera il canale di Porta Verona fu attrezzato a porto navale per la flotta da guerra. L'esecuzione del piano urbanistico per il porto rese necessaria la spianata del cinquecentesco rivellino, la bonifica dei terreni paludosi e l'escavazione di un ampio canale emissario più esterno, a difesa della nuova cinta terrapienata. L'arsenale della Marina delimitava, così, il nuovo margine del nucleo urbano. Nel 1866 con l'annessione al Regno d'Italia si ebbe il progressivo abbandono di tutte le opere della piazzaforte, della grandiosa cinta muraria e dei sedici splendidi forti costruiti lungo il Mincio, undici sulla riva destra e cinque sulla riva sinistra.