Il suggestivo e celebre assetto idrografico che caratterizza Mantova è in larga parte frutto dell'opera dell'ingegnere bergamasco Alberto Pitentino, che alla fine del XII sec. venne incaricato dal comune di curare la sistemazione del corso del Mincio. Le fonti attestano tuttavia chiaramente che anche prima di questo intervento Mantova fosse completamente circondata dalle acque del fiume, che, oltre ad allargarsi, si suddivideva in due rami formando in tal modo una vera e propria isola.
Affonda viceversa l'origine nel mito la leggenda relativa alla nascita della città, che nella versione di Stazio, poi accettata da Dante, sarebbe stata fondata da Manto, figlia dell'indovino Tiresia, mentre secondo Virgilio il fondatore sarebbe identificabile in Ocno, figlio della profetessa e del Tevere.
Per quanto basata sull'epos, la leggenda della fondazione adombra comunque significativamente le origini etrusche del centro abitato, confermate dai ritrovamenti archeologici soprattutto effettuati nelle aree prossime al Palazzo Ducale.
Proprio nella parte nord-orientale dell'isola si sviluppò poi la città romana, parva, ovvero di modesta estensione, come ebbe a definirla Marziale.
Una piccola città che in età tardoantica venne addirittura ulteriormente ridimensionata all'atto della costruzione della cinta difensiva, che la rese però di contro una fortezza pressoché inespugnabile, in grado di resistere alle guerre e alle scorrerie dell'epoca barbarica sino alla faticosissima conquista del re longobardo Agilulfo. La precisa ricostruzione delle vicende storiche e dell'evoluzione del centro urbano antico, che pure si arricchiscono ogni giorno di importanti nuovi tasselli, costituisce tuttavia un compito assai arduo, reso soprattutto difficile dagli inevitabili vincoli posti dalla presenza degli straordinari monumenti di età medievale e rinascimentale.
In tale contingenza l'archeologia ha quindi cominciato a scandagliare alla ricerca di nuove tracce anche le campagne limitrofe alla città ed è proprio in questi luoghi - se vogliamo - periferici che sono stati rinvenuti i primi segni della presenza umana attorno ai laghi di Mantova: le ormai celebri sepolture neolitiche di località Valdaro.
L'itinerario: dal Parco periurbano al centro storico
Lungo l'intero perimetro esterno della città di Mantova è possibile godere di un piacevole percorso ciclo-pedonale a ridosso delle sponde dei laghi formati dal fiume Mincio.
Si tratta del Parco Periurbano, nato nel 1998 grazie a una convenzione fra il Comune di Mantova e il Parco del Mincio che ha portato al recupero e alla riqualificazione delle rive grazie a interventi di risistemazione delle sponde e di messa a dimora di numerose essenze arboree autoctone, migliorando per cittadini e turisti la fruibilità delle aree verdi attorno alla città e dando loro continuità.
Il Parco Periurbano si sviluppa sia in sponda destra (lungolago Superiore dai giardini del quartiere Belfiore, lungolago di Mezzo e lungolago Inferiore fino a Porto Catena), sia in sponda sinistra (da Cittadella fino a via Brennero, dove ha inizio la Riserva Naturale della Vallazza).
Per un tratto del lungolago Superiore a Porta Mulina e sul lungolago di Mezzo in viale Mincio, inoltre, la passeggiata si arricchisce con le installazioni del "Parco della Scienza" - liberamente accessibili ad adulti e bambini - che permettono un approccio divertente e costruttivo ad alcuni importanti principi scientifici.
Nell'area protetta è possibile pranzare al sacco, sia fruendo di panche e tavoli, sia semplicemente stendendosi sull'erba; in alternativa lungo il percorso si incontrano due chioschi che effettuano servizio bar.
Dalle sponde, dove è anche possibile imbarcarsi per escursioni in motonave, si raggiunge in brevissimo tempo il centro storico.