Nel suo ultimo tratto, il Mincio, ormai prossimo al Po, torna a restringersi, scorrendo imbrigliato da alti argini che addirittura innalzano il fondo del suo alveo a una quota superiore rispetto a quella della campagna circostante.
L'attuale aspetto del territorio, che ha evidentemente perduto i propri caratteri originari, rappresenta tuttavia l'esito di una secolare azione di bonifica che ha reso sicura, abitabile e coltivabile la fertile pianura alluvionale limitrofa al fiume.
Pur se trasformato, l'ambiente permane comunque dominato dal paesaggio agricolo e conserva eccellenze naturalistiche, quale a esempio la zona umida di località Chiavica del Moro. Ed è questa anche una terra ricchissima di insediamenti archeologici di tutte le epoche, particolarmente copiosi nel comune di Bagnolo San Vito e nell'ampio comprensorio del comune di Roncoferraro, cui appartiene anche la località di Governolo, dove - usando le parole di Dante - il Mincio "cade in Po". Un ritrovamento in particolare riveste però un'importanza storica fondamentale per il territorio attraversato dal segmento finale del fiume: la città etrusca del Forcello di Bagnolo San Vito.
Ubicato nei pressi della frazione di San Biagio, il Forcello rappresenta non solo il principale abitato etrusco-padano di VI-V sec. a.C. finora conosciuto in Lombardia, ma anche il più settentrionale degli insediamenti dell'area di espansione etrusca a nord del Po in età arcaica.
La città - un vero e proprio emporio commerciale per Etruschi, Greci e popolazioni alpine e transalpine - doveva costituire un fulcro nodale per i traffici provenienti dai porti adriatici di Spina e di Adria e da altri centri dell'Etruria padana, quali Bologna e Marzabotto; proprio il Forcello doveva inoltre fare capo al percorso che conduceva dalla valle del Mincio a Brescia, Bergamo e infine a Como, centro principale delle genti golasecchiane, che detenevano il controllo di alcuni dei più importanti passi alpini e mantenevano i contatti con i Celti d'oltralpe.
L'itinerario: da Formigosa a Pietole
L'Itinerario 4 ha inizio dalla località di Formigosa - posta a poca distanza dal luogo di ritrovamento degli "amanti di Valdaro" - dove si imbocca la suggestiva strada Riviera Mincio, che corre lungo l'argine sinistro del fiume sino a Governolo.
All'incirca a metà del tragitto si incontra la zona umida di interesse comunitario di Chiavica del Moro, sede di un Centro Parco finalizzato all'osservazione naturalistica, dal quale è anche visibile il dosso del Castellazzo della Garolda.
Proseguendo l'itinerario si giunge all'ingresso del borgo di Governolo, si svolta a destra, si attraversano le chiuse e ci si immette su via Po Barna, che in breve raggiunge l'argine sinistro del Po.
Il suggestivo percorso lungo il grande fiume viene abbandonato a San Giacomo Po, dove ci si immette nella nuova ciclabile per Bagnolo San Vito e da Bagnolo si continua poi lungo la ciclabile per Pietole.
Da Bagnolo - dopo aver costeggiato, sulla sinistra appena fuori dal centro abitato, l'area dei ritrovamenti archeologici di Cà Rossina - la pista porta a San Biagio, località dalla quale, con una piccola deviazione, si raggiungono il Parco Archeologico del Forcello e infine Pietole, ritenuta per tradizione il luogo natale di Virgilio, dove l'itinerario si conclude presso il Museo Archeologico Virgiliano situato in Via Parma.